L’evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo dell’epidemia e l’incremento dei casi sul territorio nazionale ha richiesto e tuttora richiede l’assunzione immediata di iniziative utili a sostegno della collettività e di assistenza alla popolazione.
La pandemia di Covid-19 è stata, infatti, la tempesta perfetta. Per i suoi effetti sulla salute, le abitudini sociali e l’economia mondiale sta provocando una sindemia: l’epidemia, cioè, non è soltanto sanitaria, ma ha ripercussioni economiche, emotive e culturali tali da agire come un moltiplicatore senza precedenti del malessere psichico. Metà delle persone contagiate manifesta disturbi psichiatrici con un’incidenza del 42% di ansia o insonnia, del 28% di disturbo post-traumatico da stress e del 20% di disturbo ossessivo-compulsivo; inoltre il 32% di chi è venuto in contatto col virus sviluppa sintomi depressivi, un’incidenza fino a cinque volte più alta rispetto alla popolazione generale.
Gli effetti si sono riversati su tutte le categorie sociali, ma i soggetti fragili hanno come sempre subito le conseguenze più evidenti. In tempi di isolamento sociale forzato, è emersa così con forza la questione delle persone anziane sole, fragili, bisognose di qualche forma di assistenza. La vulnerabilità delle persone anziane rispetto al Coronavirus, particolarmente aggressivo nei loro confronti, e le difficoltà per famiglie e assistenti familiari a raggiungerli per prendersene cura, hanno portato al pettine il nodo della fragilità delle attuali forme di assistenza per le persone anziane, rendendo necessario un intervento significativo del Terzo Settore.
Il periodo di lockdown attivato al fine di contenere la diffusione del Covid-19 ha poi causato problemi di natura comportamentale e sintomi di regressione nei minori, con disturbi che si differenziano a seconda dell’età e risultano più accentuati in base al malessere psicologico vissuto dai loro stessi genitori.
Infine, il Coronavirus non ha solo portato ad un aumento vertiginoso dei tassi di mortalità in tutto il mondo, ma ha aumentato inesorabilmente il numero delle persone sull’orlo della povertà e della disoccupazione.
La chiusura forzata di numerose attività commerciali, la preoccupante perdita di moltissimi posti di lavoro e il crescente quadro di settori sempre più a rischio hanno dato vita a una situazione storica senza precedenti: il Coronavirus ha paralizzato l’intera economia globale, che è al momento compromessa.
Sono i lavoratori, in particolare i giovani, le donne, i precari e i piccoli imprenditori, ad avere pagato il prezzo più alto, rischiando così di aggravare ulteriormente le diseguaglianze nel mondo del lavoro e dello stato di benessere generale della popolazione. Il forte scetticismo nei confronti del futuro e il senso di precarietà diffuso in tutti gli strati della nostra società non possono essere ignorati. Occorre che l’appello “silenzioso” di queste persone nel bisogno sia ascoltato e accolto per superare le difficoltà attuali con il dovuto appoggio e supporto. Un supporto che passa, anche, attraverso la conoscenza e la piena fruibilità dei propri diritti che, in un momento di emergenza sanitaria come quello che stiamo vivendo, equivale soprattutto a:
-avere informazioni complete in merito ai diritti, alle prestazioni, alle modalità di accesso ai supporti specifici istituiti a seguito dell’emergenza;
-conoscere le risorse disponibili nel territorio e a livello nazionale che possono risultare utili per affrontare esigenze personali e familiari sorte o accentuatesi a seguito della pandemia.
In questo viatico per una migliore fruizione dei diritti del cittadino-consumatore, si sta ritagliando un ruolo da protagonista il processo di digitalizzazione dei servizi alla persona. Ma la digitalizzazione è necessaria solo quando semplifica, unisce e migliora la vita di chi si sente davvero parte di un processo di rinnovamento. Purtroppo nel nostro Paese e nella nostra regione questo rinnovamento non si è ancora del tutto compiuto, il sistema non sempre è in grado di essere al passo con l’aumento e l’evoluzione dei bisogni dei cittadini, sempre più articolati e complessi, in una società sempre più frammentata e con meno reti di sostegno (formali e informali). Un sostegno che le associazioni dei consumatori cercano di offrire e implementare già da tempo e che richiede un potenziamento dei propri canali digitali, dei propri sportelli e dei servizi di assistenza e consulenza ai cittadini-consumatori, anche nell’ottica di ridurre il digital divide e, quindi, l’impossibilità o la difficoltà ad accedere a sempre più numerose prestazioni socio-economiche.
Va sottolineato, infine, che la situazione emergenziale che stiamo vivendo da mesi ha ridefinito le dinamiche di consumo e le abitudini di acquisto, con il commercio elettronico come unica forma distributiva a segnare una forte crescita nel 2020, seguita dalle vendite low cost. Il rischio, in questa fase di frenetici e non ancora metabolizzati cambiamenti, è anche un affievolirsi dei diritti se non si forniscono ai consumatori gli strumenti adeguati per contenere gli effetti negativi di queste misure. Il progetto risponde, perciò, ugualmente alla necessità di offrire nuovi sportelli e servizi nati o accresciuti a causa dell’emergenza sanitaria da Covid-19, primo tra tutti il supporto specifico sui provvedimenti, agevolazioni e limitazioni previste dalle attuali disposizioni di legge.
Nello specifico, il progetto si propone di:
- attivare consulti psicologicie canali telematici per persone che a seguito della pandemia si trovano ad affrontare nuove debolezze e fragilità;
- attivare una rete di punti di informazione, promozione e, dove possibile, di distribuzione di pacchi alimentari del progetto “Spesa Sospesa” presso i Comuni dell’Emilia-Romagna;
- attivare un servizio di consegne a domicilio riservato alla popolazione over 65 quale forma di assistenza verso una delle categorie sociali maggiormente impattate dall’epidemia da Covid-19;
- attivare degli sportelli sociali sull’intero territorio regionale con funzione di informare i cittadini sui propri diritti e sulle forme d’aiuto istituite, ai diversi livelli territoriali, per rispondere alla situazione conseguente l’emergenza sanitaria da Coronavirus;
- fornire una più vasta e capillare assistenza ai cittadini-consumatori della regione attraverso il potenziamento dei servizi offerti e l’introduzione di nuove iniziative di sostegno, specificatamente collegate a materie consumeristiche sorte o accentuatesi a causa dell’emergenza sanitaria (in particolare: e-commerce, diritto alla salute, rapporti con la pubblica amministrazione, digitalizzazione dei servizi ai cittadini, pubblicità ingannevole e fake news, indebitamento e sovra indebitamento);
- produrre e divulgare materiale informativo e formativo nei formati cartaceo e digitale per raggiungere il più alto numero di cittadini-consumatori e sostenerli nella conoscenza e nell’esercizio dei loro diritti;
- potenziare la disponibilità e l’impiego degli strumenti di comunicazione digitale delle Associazioni nell’ottica del potenziamento e miglioramento dei servizi di supporto e consulenza ai cittadini-consumatori in risposta ai bisogni nati dalle mutazioni socio-economiche conseguenti la pandemia;
- aggiornare e implementare le conoscenze di operatori, consulenti, volontari delle Associazioni in riferimento ai nuovi bisogni sorti o accentuatisi a seguito dell’epidemia di Covid-19;
- contribuire a combattere il digital divide, in particolare tra la popolazione anziana, di basso livello di scolarizzazione e istruzione, stranieri e inoccupati;
- facilitare l’accesso ai servizi digitali della Pubblica Amministrazione e, più in generale, assistere e accompagnare il cittadino-consumatore nel processo di digitalizzazione dei servizi.
Altre associazioni partecipanti:
Acu – Associazione consumatori utenti sede regionale Emilia-Romagna;
Asso-Consum;
Aps Assoutenti Emilia Romagna;
Codici Centro per i diritti del cittadino;
Confconsumatori Emilia Romagna;
UNC – Unione Nazionale Consumatori Emilia Romagna