I rischi del mercato finanziario
Quando si decide di compiere un investimento ci si espone al rischio di non rivedere totalmente il proprio capitale e, per questo, si ambisce ad ottenere un profitto, un rendimento. Dall’analisi dei fondi della categoria Obbligazionari Flessibili Globali EurHedged condotta da Norisk – società di consulenza finanziaria indipendente – emerge che a guadagnare di più è chi gestisce i risparmi e non chi si espone al rischio. Se si tiene conto di tutti i costi a carico del sottoscrittore (spese di gestione, amministrative, di ingresso e uscita dall’investimento) vi sono 125 prodotti su 130 a disposizione degli investitori italiani, in cui la società di gestione guadagna più del risparmiatore negli ultimi tre anni (dati al 17 novembre 2017).
È opportuno precisare come le commissioni di entrate e uscita, che sono molto onerose (fino al 5% del valore dell’investimento), possono essere negoziate fino ad evitarle se il cliente è abbiente ed ha un minimo di potere contrattuale, mentre i comuni mortali normalmente subiscono il salasso.
L’entità delle commissioni può tramutare un rendimento del fondo da positivo in negativo, soprattutto se lo strumento è focalizzato su obbligazioni che offrono una remunerazione contenuta per loro natura. Al fine di valutare i risultati delle alternative di investimento occorre quindi prendere in considerazione le commissioni di negoziazione e la tassazione. È per comprendere l’importanza che i costi rivestono nell’investimento è interessante capire chi tra Sgr (società di gestione del risparmio) e investitore guadagna di più.
Tra gli Obbligazionari Flessibili Globali EurHedged analizzati da Norisk, il fondo BG Vontobel Global Active Bond FX è uno dei 38 prodotti su 130 che riesce a fare meglio dell’Etf Benchmark (db x-trackers Barclays Global Aggregate Bond EurHegded) nell’ultimo triennio. Il fondo di Banca Generali non presenta spese di ingresso e le commissioni correnti annue sono pari allo 0,82%. Un investimento di 1.000 euro tre anni fa in questo fondo avrebbe consentito al risparmiatore di guadagnare 64 euro netti, mentre la società di gestione ne avrebbe intascati 25 euro. «Ma se si prendesse in considerazione la classe più onerosa (FX) dello stesso fondo – afferma Marcello Rubiu, partner di Norisk – i risultati sarebbero diversi: 7 euro per il sottoscrittore e 91 euro per la Sgr. Questo poiché questa classe ha spese correnti del 2,07% e commissioni di ingresso del 3%. L’aspetto “curioso” è che la classe che rende di più per la Sgr raccoglie 43 milioni di euro, quella meno redditizia 292mila euro».
Il fondo di Banca Generali non è però l’unico caso in cui sul mercato sono disponibili diverse classi del medesimo fondo che si differenziano proprio sul lato dei costi. Come la scelta di una diversa classe possa influenzare i guadagni è ben evidenziato anche dal fondo Amundi Bond Global Aggregate. «Con la classe MHE-C che gestisce 194 milioni di euro – continua Rubiu – l’investitore avrebbe guadagnato 13 euro netti, con la SHE-MD (700 milioni di euro di masse) ne avrebbe persi 30. La SGR avrebbe ovviamente guadagnato in ogni caso, dai 50 ai 75 euro».
Vi sono casi in cui la sproporzione è ancor più evidente. «Azimut presenta due fondi nella categoria, Credit Bond ed International Bond – spiega Rubiu -. Con un investimento nel primo fondo un risparmiatore avrebbe perso dai 29 ai 58 euro, a seconda della classe, se avesse optato per il secondo la perdita sarebbe invece variata dai 46 ai 74 euro. E la Sgr? Avrebbe guadagnato 97 euro nella “peggiore” delle ipotesi, 98 euro nella migliore».
In alcuni casi il differenziale di guadagno tra la Sgr e il risparmiatore supera anche i 200 euro ogni 1.000 euro investiti. «Ad esempio – prosegue Rubiu – Goldman Sachs Global Strategic Income Bond Portfolio EurH: perdita di 111 euro per l’investitore e guadagno di 92 euro per la società. Merito di un 5,5% di commissioni di ingresso».
Il livello commissionale può pregiudicare i risultati complessivi anche di fondi che hanno ottenuti risultati positivi. È il caso di PimcoGisIncome E, uno tra quelli con più masse gestite della categoria. Questo strumento ha ottenuto un incremento patrimoniale di 82 euro, che però si traducono in un guadagno di soli 28 euro per il sottoscrittore che ha dovuto corrispondere le commissioni di entrata, mentre la società di gestione ha incamerato nel triennio 93 euro. Un bel guadagno “risk free”.
E in tutto questo non sono state considerate le eventuali commissioni di performance. Non sono previste da tutti i prodotti e vengono prelevate qualora il fondo superi determinati obiettivi di investimento. «Mediolanum Flessibile Obbligazionario Globale L, ad esempio, nel 2016 ha prelevato lo 0,46% di commissioni di performance – continua Rubiu -. Da aggiungere all’1,56% di spese correnti annue e al 4,20% di spese di sottoscrizione. BlackRock Global OpportunitiesDix lo 0,14%, oltre al 3% di sottoscrizione e al 2,13% di spese correnti».
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”