ABBIGLIAMENTO E ACQUISTI SOSTENIBILI
Si parla ormai da molti anni della salvaguardia del Pianeta e della tutela delle persone, ma oggi più che mai è doveroso applicare questi concetti anche alla moda, seconda industria più inquinante al mondo.
La moda è sostenibile quando l’impatto ambientale dei prodotti viene ridotto al minimo, sostituendo sostanze tossiche con altre meno pericolose, utilizzando fonti di energia rinnovabile, migliorando l’efficienza dei trasporti e degli approvvigionamenti per ridurre il consumo di risorse primarie, come i combustibili.
È sostenibile quando usa materiali ecologici di ultima generazione e, soprattutto, la moda è sostenibile quando i prodotti, o le aziende produttrici, dispongono di certificazioni che possano garantire l’impegno delle stesse aziende verso una produzione più sostenibile.
Esistono diversi modelli di certificazione, da quelle ambientali a quelle sociali, da quelle dedicate al riciclo di risorse a quelle cruelty free (vegan).
La moda etica tiene conto dell’intero ciclo di vita del prodotto – dai processi di progettazione, approvvigionamento e produzione – e coinvolge tutta la filiera produttiva, dall’ambiente, ai lavoratori e alle comunità in cui è prodotto, ai consumatori.
Di seguito i temi principali su cui ricade l’attenzione della moda sostenibile:
SOSTANZE PERICOLOSE: Pensiamo all’utilizzo di sostanze non biodegradabili che, quindi, con il lavaggio degli abiti, vanno ad accumularsi nelle acque reflue provocando un danno ambientale notevole o portando al bioaccumulo, ovvero quel processo attraverso il quale si agglomerano sulla pelle causando l’insorgere di gravi patologie. Esiste, a tal proposito, una legislazione a livello europeo che ne limita rigidamente l’uso in quanto alcune di queste sono potenzialmente cancerogene o, comunque, agiscono sul sistema ormonale modificandolo geneticamente, andando a interferire, quindi, con il regolare sviluppo sessuale degli organismi che ne sono venuti a contatto direttamente.
PRODUZIONE DI RIFIUTI: oltre ad allungare la durata media di un indumento, la moda sostenibile cerca anche di promuovere il riciclo degli abiti che hanno ultimato il loro corso. Ciò è possibile attraverso la riparazione degli indumenti o attraverso viene dall’uso di materiali riciclati nell’abbigliamento.
UTILIZZO DELL’ACQUA: alcuni marchi stanno rivedendo le catene di approvvigionamento per cercare di ridurre la quantità di acqua utilizzata a livello industriale e per la coltivazione delle fibre.
COLTIVAZIONE FIBRE NATURALI: le fibre vengono spesso coltivate utilizzando pesticidi e trattamenti dannosi per gli agricoltori, i lavoratori e la fauna selvatica della zona. Attualmente esistono, però, più opzioni di coltivazione che necessitano anche di meno acqua rispetto ai metodi di convenzionali. Inoltre, i marchi stanno cercando di essere biologici durante tutto il processo di produzione.
In Italia la moda sostenibile sta crescendo, anche se lentamente rispetto ad altri paesi Europei come Germania, Austria, Olanda e Inghilterra, dove il trend è in continua ascesa da ormai quasi 10 anni.
In Italia, invece, si nota una crescita positiva da circa 5 anni, anche se restiamo comunque molto indietro rispetto ai suddetti paesi.
Il nord Italia traina la crescita di questo settore grazie alla presenza della capitale della moda, Milano, ma è nel sud Italia che nascono la maggior parte delle aziende a carattere sostenibile/artigianale.