Acquisti on-line dal Regno Unito: quali sono i rischi per i consumatori con la Brexit?
Dopo le lunghe vicissitudini (ancora in parte da definire) della Brexit, è ormai stato scongiurato il “No deal” ovvero l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea senza accordo, lasciando quindi in essere i regolamenti che già pre-esistevano, ma con qualche modifica.
Le merci scambiate tra il Regno Unito e i paesi dell’Unione Europea non saranno soggette a tariffe doganali o a quote di importazione. Tuttavia, le merci alle frontiere dell’Ue vengono controllate per garantire che siano conformi alle normative del mercato interno (ad esempio per quanto riguarda gli standard di salute, sicurezza, sociali e ambientali) o alla legislazione del Regno Unito applicabile.
Non essendo più inserita nell’Unione Europea, cosa cambia quindi se decido di acquistare beni (prevalentemente on-line) provenienti dalla Gran Bretagna?
La prima cosa da sottolineare è che, adesso, bisogna effettivamente controllare se l’offerta on-line che vedete sul sito è disponibile allo stesso modo per il Regno Unito e l’Unione Europea o se il contratto d’acquisto cambia a seconda di consumatori continentali; visivamente è abbastanza facile in realtà, basta notare se è disponibile la propria lingua, la modalità di pagamento (euro o sterlina) e le condizioni di consegna. Sono questi infatti i campi da controllare nel caso ci fossero differenze rispetto alla proposta, senza dimenticare che su ogni sito di compravendita on-line deve essere presente il documento di “condizioni generali per l’acquisto” (“terms and condition” in lingua inglese)
Se è possibile pagare in euro ed eventualmente nella propria lingua, si beneficia dei diritti a tutela dei consumatori europei, ovvero tra gli altri il diritto di recesso (di ripensamento) gratuito entro 14 giorni dalla data di consegna con rimborso del prezzo, nonché la garanzia legale di due anni; oltre a ciò sono valide anche le tutele contro le pratiche commerciali scorrette quali la pubblicità ingannevole. È importante notare come la garanzia cambi a seconda del bene acquistato: per riassumere, se la vendita è rivolta al mercato continentale europeo, si applicano le leggi europee, se l’acquisto è evidentemente per il mercato interno inglese (sito in inglese, presenza della sterlina nel carrello, diversi termini e condizioni di acquisto) si applicheranno le regole inglesi.
Nel caso in cui lingua e valuta siano inglesi, l’intento del venditore è il mercato interno (principalmente inglese) ed è bene informarsi con cura prima di effettuare un acquisto, per vedere se i termini e le condizioni sono diverse rispetto al mercato europeo, perché possono variare dalle leggi ai più semplici tempi e costi di consegna.
Un’altra questione spinosa, che deve essere del tutto sbrogliata dai tavoli europei, sono gli oneri doganali. Ad oggi occorre sottolineare come l’assenza di oneri doganali, dipenda molto dall’origine del prodotto in questione: si tratta, per così dire, della “nazionalità economica” dei beni realizzati con componenti e materiali di origine straniera. Esistono quindi regole in merito alla misura nella quale il prodotto deve essere fabbricato o trasformato nell’UE o nel Regno Unito in modo che i produttori di Paesi terzi non possano abusare di questo accordo di libero scambio per evitare dazi doganali. Ciò significa che le esenzioni fiscali e dai dazi non sono applicabili alle merci vendute in Gran Bretagna se queste non sono state principalmente lavorate lì e sono state invece ad esempio soltanto importate dalla Cina e solo rivendute in Gran Bretagna. Per quanto riguarda l’applicazione dell’IVA e di dazi doganali è consigliabile informarsi presso l’Agenzia delle Dogane.
È consigliabile, infine, utilizzare come metodo di pagamento una carta di credito internazionale, in quanto facilita tutte le operazioni di “storno” (“chargeback”) in caso di errore e dà evidenza della prova per quel che riguarda i pagamenti di beni.