L’italiano sempre più digitale, anche nella beneficenza
Abbiamo osservato la progressiva digitalizzazione dei pagamenti in ogni aspetto della nostra quotidianità, ora anche le donazioni in beneficenza raggiungono il traguardo di essere più digitali. In un sistema ancora ancorato a vecchi metodi, come i bollettini postali, l’anno della pandemia ha fatto registrare un’impennata consistente nelle donazioni digitali: nel 2020 il 33% degli utenti ha fatto almeno una donazione online, contro il 34% che ha usato il contante. Dieci punti netti di differenza rispetto a cinque anni fa quando le quote erano il 44% di contante e il 23% di digitale.
Sono i dati raccolti da “Rete del Dono”, la piattaforma di donazioni crowdfunding, che promuove ogni anno “Donare 3.0. Indagine sulla propensione a donare degli onliner italiani”, condotta assieme a PayPal in collaborazione con la Doxa. L’analisi prosegue sottolineando due fattori importanti che hanno portato alla progressiva digitalizzazione anche in questo settore. Il primo è sicuramente la pandemia, l’assenza dei “banchetti” per le donazioni sparsi in tutta Italia e la difficoltà negli spostamenti ha sicuramente portato verso la digitalizzazione chi, spinto da buona volontà, voleva comunque donare alla propria causa anche durante la quarantena.
Il secondo fattore, non meno importante, è il cambio anagrafico fra i donatori: per la prima volta gli under 40 (millennial e generazione Z) hanno donato per l’84% dei casi, più delle generazioni precedenti. Sul totale dei donatori della piattaforma la fascia di età 18-24 è passata dal 5,4% del 2019 al 10,6% del 2020 sino al 15,4 di quest’anno. Nello stesso periodo gli over 65 erano il 72% nel 2019, l’11,3% nel 2020 e l’8,45% quest’anno.
Fra i mezzi più utilizzati infatti figurano gli smartphone, che risultano ostici per le generazioni più anziane, mentre di facile utilizzo e comodità per gli under-40, mentre PayPal è la modalità di pagamento digitale in Italia preferita per chi vuole donare, con volumi in crescita sull’anno precedente.