Il progetto “SOCIAL…izza con rispetto” è stato realizzato nell’ambito del progetto regionale “Violenza e social network: analisi e percorsi di educazione alla legalità”
Nel video le ragazze del Modena Volley – Associazione Dilettantistica – a cui va il ringraziamento da parte dell’U.Di.Con. Emilia Romagna
Cosa fare e a chi rivolgersi qualora si fosse vittima di un uso scorretto dei social media
Se scopri di essere vittima di un illecito verificatosi sui social network la prima cosa che puoi fare è quella di comprendere la “natura” del crimine in questione. Se sei minorenne, avverti subito i tuoi genitori. Nel caso in cui ti imbattessi nel furto dei tuoi dati personali e di mezzo ci fossero le informazioni sensibili con le quali accedere alle tue carte di credito o ai conti correnti, è fondamentale contattare il proprio istituto bancario e bloccarne l’utilizzo. È buona prassi poi cambiare le password dei tuoi conti online, oltre a denunciare l’accaduto.
Si può incorrere anche in crimini informatici ben più gravi dovuti a un uso incauto dei social network e spesso i danni vanno ben oltre le conseguenze economiche. In presenza di reati quali la sostituzione di persona, la pedopornografia, l’adescamento di minori, il cyber-stalking o episodi legati al cyberbullismo bisogna prontamente procedere con la denuncia presso la Polizia Postale e segnalare l’abuso al servizio d’assistenza della piattaforma social dove si è verificato.
La Polizia Postale e delle Comunicazioni è un corpo specializzato della Polizia di Stato che si occupa di indagare sui crimini informatici e, più in generale, di tutelare e informare i cittadini riguardo i reati telematici. È possibile presentare una denuncia alla Polizia Postale direttamente online sul loro sito, nella sezione dedicata alle segnalazioni. La procedura di denuncia online è uno step preliminare, dovrà poi far seguito una querela sottoscritta personalmente in una sede fisica della Polizia Postale. È di vitale importanza segnalare un comportamento sospetto o un presunto reato in modo che la Polizia Postale possa condurre delle indagini approfondite e allo stesso tempo lanciare campagne di informazione per sensibilizzare altri utenti e prevenire futuri illeciti informatici di quel tipo.
Un ente che svolge un’importante attività di regolazione e vigilanza in materia di tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, assicurando il rispetto della dignità nel trattamento dei dati personali, è il Garante per la protezione dei dati personali, meglio noto come Garante della privacy. Tra i suoi compiti principali rientrano:
- il controllo sul rispetto delle normative europee e nazionali in temi di trattamento dei dati personali;
- la verifica dei reclami da parte di cittadini ed enti;
- la segnalazione al parlamento e alle altre istituzioni della necessità di innovazioni dal punto di vista normativo e amministrativo;
- la formulazione di pareri su proposte di atti normativi e amministrativi;
- la produzione di consulenze alle istituzioni riguardo alle normative vigenti in tema di privacy;
- lo sviluppo della consapevolezza dei consumatori promuovendo la cultura della protezione dei dati personali attraverso campagne di comunicazione e informative, con particolare attenzione alla tutela dei minori.
Il Garante per la protezione dei dati personali ricopre oggi un ruolo cruciale in un settore particolarmente delicato e costantemente in divenire.
Consigli per un utilizzo consapevole dei social media
Con l’avvento dei social media è diventato pressoché impossibile separare interamente la sfera della vita quotidiana da quella virtuale. Nonostante siano dei potenti mezzi di aggregazione sociale, il loro essere facilmente accessibili li rende degli strumenti potenzialmente pericolosi se non utilizzati con la giusta consapevolezza. Sono soprattutto i più giovani a non essere in grado di distinguere tra realtà e finzione. Uno dei rischi principali collegato a un uso sconsiderato dei social network è quello di sviluppare una vera e propria dipendenza, perdendo il contatto con il mondo circostante. Quello dei social è un luogo ricolmo di insidie, i dati sensibili degli utenti iscritti possono essere facilmente violati dagli hacker, i principali responsabili di reati identificati come crimini informatici. Gli illeciti più diffusi sono: il furto d’identità, la sostituzione di persona, la pedopornografia, l’adescamento di minori e il cyberbullismo.
L’ordinamento giuridico italiano prevede una serie di norme per la tutela e il contrasto di reati informatici. La Legge sulla protezione del diritto d’autore e il codice civile difendono chi ha subito degli illeciti civili o danni morali. Esiste anche la Legge sulla tutela della privacy che punisce il trattamento illecito dei dati. L’autorità che si occupa della prevenzione e del contrasto alla criminalità informatica è la Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Il web gioca un ruolo fondamentale nel processo di costruzione dell’immagine di sé che si offre agli altri. Si parla di Net o Web Reputation per indicare la reputazione online di una persona fisica. Ogni attività compiuta sul web, in particolare sui social network, contribuisce a formare l’idea o il giudizio che gli altri utenti hanno di noi. Diventa fondamentale imparare a scegliere con attenzione i contenuti da condividere, e, soprattutto, con chi condividerli. È bene ricordare che nel mondo digitale le informazioni non hanno una data di scadenza ma durano nel tempo e sono sempre alla portata di tutti!
Ecco che si rende necessaria una Media Education, ovvero un’educazione ai media finalizzata a sensibilizzare gli users ai linguaggi dei nuovi media, in modo da approcciarli in modo adeguato.
Le buone pratiche per relazionarsi con i dispositivi digitali includono:
- la comprensione dei diversi media e le svariate tipologie di messaggi;
- l’utilizzo consapevole di tali strumenti e lo sviluppo del pensiero critico per interpretare i messaggi;
- la capacità di produrre un messaggio.
Per “essere in rete” è imprescindibile conoscere tutti gli aspetti, positivi e non, che contraddistinguono il mondo online. Solamente con la prevenzione e l’informazione si è in grado di non incorrere in comportamenti scorretti e situazioni spiacevoli.
Definizione e conseguenze socio-psicologiche del Cyberbullismo
Si parla di cyberbullismo quando le azioni di sopraffazione tipiche del bullismo vengono praticate attraverso internet e l’impiego dei nuovi strumenti di comunicazione, tale fenomeno è più frequente nella fascia d’età compresa fra i dodici e i quattordici anni. Le caratteristiche della rete amplificano gli episodi di bullismo che già avvengono offline, difatti, il cyberbullismo non conosce limiti spazio-temporali, può avvenire in qualsiasi momento e su qualsiasi piattaforma digitale. Esistono diverse tipologie di cyberbullismo, dal fomentare l’odio verso qualcuno alle molestie e persecuzioni, passando per il furto d’identità e l’adescamento.
La legge “Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo” definisce il cyberbullismo come “qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo”.
Gli episodi di bullismo virtuale possono avere delle conseguenze ben più devastanti del bullismo “tradizionale” poiché immagini o post offensivi pubblicati in rete hanno una diffusione immediata che non si cancella nel tempo. Ciò può spingere le giovani vittime all’isolamento sociale, all’abbandono della scuola, a forme di depressione tali da indurre anche al suicidio. Bisogna pensare all’evenienza che un ragazzo bullizzato possa diventare a sua volta un bullo. In generale, i ragazzi bersagliati in passato possono sviluppare atteggiamenti violenti nei confronti di altre persone. Il cyberbullismo è un trauma a tutti gli effetti e le conseguenze possono anche rimanere latenti per molti anni a seguire, basta pensare al Disturbo da Stress Post-Traumatico (PTSD).
Definizione e conseguenze legali dell'hate speech
L’hate speech è un discorso di incitamento all’odio o, semplicemente, un discorso d’odio che mira a diffondere odio, intolleranza o paura, sulla base di un pregiudizio di diversa natura, verso un individuo o una comunità identificata spesso come minoranza. L’hate speech è divenuta un’autentica “piaga” a causa della crescita esponenziale dei social media. Online l’odio persiste nel tempo, è ricorrente e itinerante, ossia, può spostarsi da una piattaforma all’altra cambiando forma.
Purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi gli autori di tali discriminazioni non vengono identificati come responsabili dal momento che spesso è molto difficile determinare la loro identità a causa dell’anonimato. L’hate speech rappresenta inoltre una problematica strettamente intrecciata con il cyber bullismo.
I crimini d’odio sfruttando il palcoscenico dei social, capaci di influenzare il dibattito pubblico, radicalizzano comportamenti sociali violenti, con gravi ripercussioni sull’ordine pubblico. Le persone prese di mira sono i soggetti più fragili e meno tutelati. Quasi sempre le vittime di discriminazioni non denunciano i loro aggressori perché temono ripercussioni o perché psicologicamente soggiogati dai fatti.
Ad oggi l’hate speech non è stato oggetto diretto di interventi normativi e la necessità di una regolamentazione è ormai un dato di fatto. Nel nostro ordinamento esistono varie norme che affrontano questo tema, ma mai in modo esplicito e diretto. Prima di tutto vi è la Costituzione, sia nei suoi principi fondamentali sia in tutta la parte prima (Diritti e doveri dei cittadini Artt.13-54). Più nello specifico poi l’articolo 406bis del codice penale che penalizza la “propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa”.Un’altra norma importante rispetto ai discorsi d’odio è poi la più recente legge Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione ed il contrasto del fenomeno del cyberbullismo. Il testo introduce una serie di misure di carattere educativo e formativo, finalizzate in particolare a favorire una maggior consapevolezza tra i giovani.
“Social…izza con rispetto” è realizzato con il Patrocinio e il contributo del Comune di Modena in riferimento al progetto regionale “Violenza e social network: analisi e percorsi di educazione alla legalità”