A tu per tu con il diabete di tipo 1: percorso educativo di autogestione della malattia
Alla conquista dei fondali marini anche con il diabete di tipo 1? Oggi si può, grazie a un percorso educativo di autogestione della malattia che prevede il rispetto rigoroso di alcune raccomandazioni terapeutiche ed alimentari, affiancate da un approccio psicologico basato su strategie di consapevolezza per gestire le proprie emozioni e aumentare la fiducia in se stessi.
A dimostrare l’opportunità, è l’attività svolta dalla onlus «Diabete Sommerso», nata nel 2011 su iniziativa del centro di diabetologia e malattie metaboliche dell’ospedale Niguarda di Milano, con cui è stato redatto un protocollo scientifico per permettere alle persone con diabete di tipo 1 di avvicinarsi alla pratica delle immersioni subacquee. Oltre trecentomila sono le persone interessate in Italia, affette dalla malattia autoimmune che insorge tipicamente nell’infanzia e nell’adolescenza: da qui l’etichetta di diabete giovanile. Ma l’esperienza vissuta nel corso dell’ultimo campo organizzato da «Diabete Sommerso» a Numana (Ancona) testimonia come in realtà a cimentarsi con l’esperienza dell’immersione siano spesso anche adulti: sub già in precedenza desiderosi di non rinunciare a un hobby per colpa del diabete o persone che hanno iniziato a coltivare la passione dopo aver scoperto la disfunzione.
Tra un’immersione e un’altra, dunque, s’è consumata la parte più complessa del corso: ovvero la regolazione della glicemia, sotto lo sguardo attento di due specialiste. I pazienti affetti da diabete tipo 1 sono infatti dipendenti dall’insulina. Dal momento che il loro pancreas non è più in grado di produrre l’ormone e avendo comunque la necessità di svolgere una corretta metabolizzazione del glucosio, i diabetici devono sottoporsi a un trattamento che, per tutta la vita, prevede l’assunzione dell’ormone tramite iniezione sottocutanea.
«Durante qualsiasi attività sportiva il valore della glicemia non dovrebbe mai essere né al di qua di 150 né al di là di 250 milligrammi per decilitro di sangue – afferma Elena Cimino, diabetologa all’ospedale Niguarda di Milano e coordinatore scientifico del campo, realizzato grazie al supporto logistico del Centro Sub Monte Conero e al sostegno incondizionato dell’azienda Ypsomed Italia -. Questi valori sono differenti da quelli di una giornata tipo, durante la quale a una persona diabetica si chiede di rimanere in un range compreso tra 90 e 130 prima dei pasti e tra 160 e 180 fino a due ore dopo aver mangiato».
Per una settimana, gli specialisti hanno lavorato in sinergia con gli istruttori subacquei, per fornire al gruppo di allievi le indicazioni previste dal protocollo.
«Abbiamo avuto modo di guardare in faccia una malattia cronica come il diabete di tipo 1, per uscire dai soliti schemi e aprire gli orizzonti – prosegue Visconti, tra i dieci corsisti -. Il nostro obiettivo è offrire un’opportunità di crescita personale, sportiva e nella cura del diabete, perché crediamo che la conoscenza della malattia e la capacità di controllarla consapevolmente siano tanto importanti quanto realizzare i propri desideri».
Oltre alle lezioni in aula e alle esercitazioni in mare, i partecipanti hanno approfondito la conoscenza delle proprie sensazioni. I corsisti hanno potuto condividere emozioni che emergono nella gestione della malattia e delle immersioni, apprendendo alcune strategie per affrontarle al meglio. Perché, per dirla con le parole di Valentina Turra, psicoterapeuta dell’unità di diabetologia degli Spedali Civili di Brescia, al seguito della truppa, «il diabete richiede attenzione, capacità e impegno quotidiani ed essere travolti dallo stress del lavoro, da emozioni intense come rabbia, ansia e paura, spesso non permette di essere attenti ed efficaci nella gestione della malattia». Ecco spiegato il ruolo della consapevolezza.
«Entrare in contatto con l’acqua, con l’attrezzatura e un ambiente nuovo come il mondo subacqueo, attiva timori, pensieri e crea nuove situazioni di gestione della malattia. Durante il corso abbiamo sperimentato alcuni esercizi di consapevolezza, per migliorare la padronanza di sé e del diabete, riuscendo così a godere delle meraviglie del mare».
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”