Attenzione alle etichette “naturali”
Con la maggiore attenzione posta alla questione ambientale, dal cittadino alle istituzioni, non sorprende che si siano moltiplicate le etichette che proclamano la “naturalità” del prodotto. Il più per il consumatore è vedere se questi claim sono effettivamente veritieri o sono solo l’ultima trovata del settore marketing. A questo proposito esiste la “Safe Food Advocacy Europe”, in breve S.A.F.E., l’organizzazione non governativa europea, creata nel 2015, che si occupa del controllo e dell’analisi per quanto riguarda i problemi di salute pubblica relativi al cibo. Secondo la sua ultima analisi, ottenuta attraverso lo studio della composizione di centinaia di prodotti sul mercato, ha notato che in molti casi il termine “naturale” è presente solo nell’etichetta, mentre nella composizione del prodotto compaiono sostanze chimiche e sintetiche. Come è possibile questa confusione?
L’Unione europea non fornisce una definizione di ciò che può essere considerato “naturale”, consentendo così ai produttori di alimenti di abusare del termine e rivendicando caratteristiche dei prodotti che non sempre corrispondono alle aspettative dei consumatori.
Non è contro la legislazione alimentare dell’Ue. L’unico riferimento al termine “naturale” nella legislazione dell’Ue può essere trovato nell’allegato del Regolamento sui claim salutistici, che non richiede che i produttori di alimenti soddisfino alcuna condizione chiara per utilizzare tale termine. Di conseguenza, i consumatori fanno affidamento sull’imballaggio e sull’etichettatura degli alimenti per cogliere le informazioni sui prodotti, finendo per fare le loro scelte sulla base di presupposti errati.Nel quadro attuale, i prodotti naturali non possono essere adeguatamente distinti da quelli di origine sintetica e quei prodotti composti da sostanze di origine naturale possono ancora presentare sostanze artificiali create da processi chimici.L’Unione europea ha una grande opportunità: è ovvio che il termine “naturale” appare sempre più appetibile per i consumatori e tende ad essere istintivamente associato a caratteristiche positive, quali salubrità, assenza di sostanze chimiche, biodegradabile, non trasformato o OGM free. Questi standard dovrebbero però essere garantiti da un sistema di etichettatura equo, in grado di valorizzare il vero cibo naturale ed essere affidabile per i consumatori.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia-Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2018”.