I PIANI INDIVIDUALI DI RISPARMIO: I MOTIVI DEL LORO SUCCESSO
Grande successo hanno riscontrato le sottoscrizioni dei Pir, Piani Individuali di Risparmio, presso i risparmiatori italiani. I Pir, dedicati ai piccoli risparmiatori, nascono con l’obiettivo di promuovere un’allocazione più strategica del risparmio delle famiglie e indirizzarlo verso l’economia reale italiana. Offrono benefici fiscali nel medio periodo per i sottoscrittori, che sono esenti dal pagamento dell’imposta sui redditi da investimento, qualora rispettino i seguenti vincoli: importo massimo investito annuo pari a 30 mila euro, deve essere mantenuto almeno cinque anni e portafoglio diversificato composto per il 70% da strumenti finanziari emessi da imprese con organizzazione stabile in Italia (azioni e obbligazioni, quotati o non quotati, nei mercati principali o nei sistemi multilaterali di negoziazione); il 30% del primo 70% deve essere investito in strumenti emessi da imprese diverse rispetto a quelle incluse nel FTSE Mib. E cioè verso aziende di dimensioni minori (PMI) come quelle quotate nei segmenti MidCap, Star o sul mercato AIM.
Da inizio anno a fine settembre la raccolta netta dei PIR ha superato quota 7,5 miliardi di euro di cui 5,2 miliardi relativi a fondi di nuova creazione e oltre 2,3 mld legati a comparti già esistenti trasformati poi in PIR: sono trenta, fino ad ora, i gruppi che promuovono fondi aperti PIR compliant. Il ministero delle Finanze si aspettava una quota annua dei PIR pari a 1,8 mld di euro. I risultati raggiunti sino ad ora fanno prevedere, invece, che si potrà arrivare a 10 mld di euro di raccolta. I PIR sono stati un successo al di là delle aspettative, che dimostra che c’è voglia da parte delle imprese anche piccole di trovare canali alternativi di finanziamento e voglia dei risparmiatori di investire non solo in strumenti tradizionali ma verso investimenti innovativi. E’ una direzione giusta che va quindi perseguita. Una ulteriore spinta alla raccolta dei PIR ci si aspetta che possa arrivare dall’allargamento alle società immobiliari tra quelle su cui poter investire. C’è stato un primo passaggio parlamentare positivo e ora si attende il secondo.
Quanto alle imprese, malgrado le matricole dell’AIM siano state quest’anno una ventina è evidente che la platea delle aziende alle quali far affluire il risparmio degli italiani ha assolutamente bisogno di allargarsi ma questo si può fare se un maggior numero di piccole e medie imprese decide di quotarsi in Borsa rendendo così più trasparenti i propri bilanci e appetibili i propri titoli. Anche le famiglie devono fare la loro parte comprendendo bene la natura del nuovo prodotto finanziario e utilizzandolo con l’obiettivo di una oculata diversificazione degli investimenti finanziari: non concentrare quindi tutti i risparmi sui PIR e selezionare attentamente le offerte di fondi dei gestori eliminando quelle troppo costose e quelle poco convincenti. I Pir sono la novità finanziaria ma solo un gioco di squadra tra famiglie imprese e banche può assicurare un successo duraturo negli anni.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”