Digitalizzazione si, ma come sta andando
Abbiamo scritto spesso di come la digitalizzazione del paese stia seguendo un rapido corso (anche se in ritardo rispetto ad altre realtà europee) e, a conti fatti, è una cosa molto positiva: puntare sulla digitalizzazione con servizi più accessibili e inclusivi basati sull’esperienza diretta e coinvolgendo tutti, nessuno escluso. Se siete meno sensibili agli ideali di comodità e velocità, sappiate allora che un cittadino connesso costa meno. È quanto emerge dall’indagine sulla maturità digitale dei comuni capoluogo, realizzata tra aprile e maggio 2021 da Fpa per Dedagroup Public Services. La ricerca analizza il grado di maturità digitale dei 110 comuni italiani capoluogo sulla base di 3 dimensioni: servizi, piattaforme e interoperabilità degli open data. Sono 49 le città italiane che nel 2021 hanno raggiunto un livello elevato di maturità digitale, 14 in più rispetto al 2020.
Le città avanti culturalmente per la digitalizzazione si collocano prevalentemente nelle regioni del Nord-ovest (15 comuni su 24 in fascia alta) e del Nord-est (17 comuni su 24 in fascia alta) e presentano mediamente un’elevata densità abitativa. Ma tra i 49 comuni più digitali figurano anche 9 città del Sud: Bari, Cagliari, Caltanissetta, Campobasso, Catania, Lecce, Matera, Napoli, Palermo. I servizi maggiormente offerti sono quelli legati allo Sportello unico delle attività produttive (S.u.a.p.), disponibile in 109 comuni, e alla prenotazione di appuntamenti per il rinnovo della carta d’identità, online in 107 città. Seguono l’iscrizione alla mensa scolastica (96), la presentazione di pratiche di edilizia privata (84) e la visualizzazione e il pagamento di contravvenzioni (81).
Una cittadinanza attiva digitale che possa fare la differenza: in quest’ottica il Comune di Bologna ha varato un regolamento per la gestione dei beni comuni, Milano già dalla passata amministrazione ha creato l’assessorato alla partecipazione, Cagliari ha inaugurato lo spazio online puntando sull’usabilità. Quindi ben venga la digitalizzazione, ma non ci si dimentichi che larghe fette di popolazione sono ancora “tagliate fuori” dalle capacità digitali (alcuni per età demografica ed altri per banale ignoranza) quindi al momento occorrono ancora questi servizi “ibridi” per aiutare sempre più cittadini ad entrare nel digitale.