Energie rinnovabili: miglior cooperazione fra i paesi europei
Da tempo i paesi europei hanno un’agenda comune per limitare l’inquinamento e portare l’Unione a migliori livelli di emissioni. L’ormai celebre pacchetto di impegni “UE 20-20-20”, a un passo dalla scadenza, fissava una quota di energie rinnovabili su consumi pari al 20%, dal prossimo anno (il 2021) al 2030 la quota verde da raggiungere per l’Europa è fissata al 32%. Fino a ieri si avevano solo due possibilità per raggiungere questi obiettivi: o si installavano impianti sul proprio territorio nazionale o si utilizzava la cooperazione di progetti comuni fra gli stati membri, con tutto il carico di burocrazia che ne consegue.
Un passo avanti è stato raggiunto con il nuovo meccanismo che l’UE ha approvato per quanto riguarda il finanziamento delle energie rinnovabili: con l’obiettivo di rispettare i target per avere energia pulita e rinnovabile, è possibile ora per gli stati membri aiutarsi a vicenda e migliorare l’efficienza degli investimenti, contribuendo economicamente a un progetto in un altro stato membro, condividendone i benefici.
Nello specifico, il meccanismo di cooperazione consente a quelli che vengono definiti “Paesi contributori” di effettuare pagamenti volontari diretti al sistema, le risorse saranno successivamente impiegate per sostenere i nuovi impianti nei “Paesi Ospitanti”. Da una parte i primi possono costruire impianti rinnovabili dove è più conveniente, risparmiando e potendo contare questi impianti per il proprio target nazionale, dall’altra i secondi ricevono investimenti locali e quindi beneficiano del circolo virtuoso dato dall’avere nuovi impianti (occupazione, migliore qualità dell’aria, meno gas serra) ed essere meno dipendenti da fonti energetiche importate.
Tutto il procedimento verrà gestito dalla commissione europea che assegnerà le varie statistiche, senza aver nessun collegamento diretto o negoziazione fra i paesi coinvolti.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia-Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2018”.