Etichette di manutenzione: requisiti ecologici e universalità delle taglie

La comunicazione attraverso l’uso di etichette non ha solo la funzione di rispettare i requisiti di legge, ma anche di migliorare il rapporto di fiducia tra imprese e consumatori. In quest’ottica, le imprese sono interessate anche a trasmettere informazioni chiare circa le caratteristiche ecologiche del tessile, che possono avere un impatto diretto sulla salute dei consumatori. Tra i requisiti ecologici dei prodotti tessili sono da segnalare almeno alcune sostanze tra le più pericolose: ammine aromatiche cancerogene, coloranti allergizzanti e nichel. Una legge europea fissa dei limiti di accettabilità per l’immissione sul mercato e l’uso di prodotti tessili e cuoio che possono rilasciare ammine aromatiche cancerogene in concentrazione superiore a 30 ppm (parti per milione, ovvero quanti grammi della sostanza in esame sono presenti in un milione di grammi di soluzione totale o di miscela), se tinti con coloranti azoici. Non sono dunque vietati i coloranti azoici in generale, ma solo quelli che possono degradare rilasciando ammine cancerogene. L’assenza di coloranti allergizzanti sui prodotti tessili non è ancora oggetto di disposizioni di legge. In realtà alcuni coloranti dispersi, utilizzati per la tintura di poliestere, poliammide (toni chiari) e acetato, possono contenere molecole in grado di causare un effetto allergizzante se a contatto con la pelle. L’utilizzo di tali coloranti a livello europeo è ora estremamente raro. Anche il nichel è un metallo che può provocare fenomeni allergici; è un problema molto noto soprattutto in relazione a montature di occhiali in metallo, bigiotteria e casse metalliche di orologi. E’ evidente che il problema si ripresenta nel caso di accessori “tessili” quali fibbie e bottoni metallici presenti sui capi di abbigliamento. La legislazione italiana ed europea impedisce la commercializzazione di accessori metallici con rilascio di nichel superiore a 0.5 µg al centimetro quadro a settimana.
UN CENNO ALLE TAGLIE La comprensione del significato delle indicazioni relative alla taglia da parte del consumatore ha un’importanza evidente. Attualmente la situazione è notevolmente diversificata anche tra i paesi europei e certamente tra paesi extraeuropei (USA ad esempio). Per porre rimedio, a livello internazionale è in fase di definizione un nuovo sistema di designazione delle taglie di abbigliamento, che possa essere utilizzato da fabbricanti e rivenditori per indicare ai consumatori (in maniera semplice, diretta ed inequivocabile) le dimensioni del corpo della persona al cui capo è destinato ad adattarsi. Il sistema in definizione si basa sulle misure del corpo e non dei capi. Tale sistema prevedrebbe una codifica da mettere in etichetta, composta da tre numeri e due lettere. I primi tre numeri del codice indicherebbero la dimensione principale (per esempio la circonferenza del torace in una giacca da uomo o la circonferenza della vita in una gonna) le due lettere farebbero riferimento a due misure secondarie (altezza e circonferenza dei fianchi in entrambi i casi citati); queste ultime potrebbero essere omesse in quanto opzionali. Inoltre, è previsto di riportare in etichetta accanto al codice un pittogramma, che rappresenta la sagoma del corpo misurato (uomo, donna, ragazzo) e riporta esattamente la posizione di misura e il numero rilevato.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”