Frutta e verdura di stagione fanno bene a noi e all’ambiente
Abbiamo già discusso di quanto una dieta sana sia fondamentale per il nostro organismo e, basandosi sugli ultimi dati, approfittare di frutta e verdura di stagione non farebbe bene solo al nostro corpo ma anche al nostro ambiente.
Il Consiglio Europeo di Informazione sull’alimentazione ha infatti raccolto dati, in maniera estesa, su quanto la stagionalità di questi alimenti sia utile. Lo studio divide principalmente il fattore stagionale in due indicatori, concentrandosi per lo più sul momento di produzione e di consumo del cibo:
- Stagionalità globale: è una denominazione usata per indicare il luogo di produzione che evidenzia come gli alimenti di stagione non vengono necessariamente consumati nello stesso paese dove si raccolgono.
- Stagionalità locale: fa riferimento al luogo di produzione e di consumo del cibo ed evidenzia il fatto che gli alimenti vengono consumati nello stesso luogo dove si provvede alla loro coltivazione e raccolta.
Per misurare il loro impatto ambientale è stato utilizzato un metodo noto come Valutazione del ciclo di vita (Lca), che monitora tutte le fasi della filiera: dalla coltivazione, alla raccolta, alla conservazione, al trasporto, fino al consumo finale. Particolare attenzione è stata data al calcolo dell’impronta di carbonio attraverso le emissioni di gas serra (Ghg) e i risultati sono interessanti: pur constatando che il sistema alimentare globale rappresenta il 26% delle emissioni di gas serra in tutto il mondo, frutta e verdura hanno emissioni di gas dalle 10 alle 50 quantità più basse rispetto ad altri alimenti (si pensi ad esempio, all’allevamento).
Al contrario di quello che siamo solitamente portati a pensare, non è il trasporto a lasciare il segno maggiore nella quantità di gas serra causati dall’agricoltura lontano dalla “stagionalità”, ma i metodi di produzione.
Riscaldamento, illuminazione artificiale, irrigazione forzata, refrigerazione e conservazione, tutti questi procedimenti, indispensabili per il settore, sono molto più inquinanti del solo trasporto se vogliamo frutta di stagione; ciò che emerge dalla ricerca è che la frutta e la verdura con le emissioni di gas serra più basse sono quelle coltivate all’aperto durante la loro stagione naturale, senza un uso eccessivo di energia aggiuntiva e consumate nello stesso paese o regione.
Assodato che la frutta di stagione è sicuramente meno inquinante e più sostenibile, rimaneva il quesito sui fattori nutrienti della frutta di stagione: secondo gli studi il valore nutrizionale è più alto immediatamente dopo la raccolta e diminuisce con il passare del tempo, infatti la conservazione e il trasporto sono stati collegati all’abbassamento di alcuni livelli di micronutrienti. Va detto, però, che si tratta di perdite minime se confrontate ai benefici che una dieta ricca di frutta e verdura apporta.
Riassumendo, per il nostro pianeta e per noi, è sempre meglio consumare frutta e verdura di stagione, possibilmente provenienti dalle nostre zone e con una filiera corta. Questo vuol dire magari rinunciare a un frutto o una verdura non in stagione, ma i benefici sul lungo termine saranno importanti, per noi e per il pianeta.