In arrivo il cambio nel mercato dell’energia, quale conviene al consumatore
Uno dei dilemmi per il consumatore nel prossimo futuro sarà sicuramente la scelta del fornitore energetico. Per il momento i due tipi di mercato dell’energia (Mercato libero e a maggior tutela) coesistono e sono parecchi i dubbi dei cittadini su quale sia il più vantaggioso. La risposta, ovviamente, dipende molto da come l’energia viene usata nell’abitazione.
Il servizio di maggior tutela prevede che le tariffe vengano regolate dall’A.R.E.R.A., l’Autorità di Regolazione di Energia e Ambiente. Col mercato libero, invece, non ci sarà più lo Stato a controllare le tariffe. Il mercato verrà determinato in base alle offerte fatte dalle società elettriche, che saranno in concorrenza tra di loro.
Il passaggio al mercato libero dell’energia è stato più volte rimandato. L’ultimo rinvio è arrivato con il decreto “Milleproroghe”, che ne ha spostato la piena entrata in vigore al 1° gennaio 2023. Per i mesi restanti del 2021 e tutto il 2022 quindi ci sarà una fase di coesistenza tra i due mercati, quello libero e quello tutelato. La differenza sostanziale tra il servizio a maggior tutela e quello libero è che nel primo caso lo Stato vigila sulle tariffe: l’ARERA stabilisce le tariffe su base trimestrale, tenendo in considerazione i costi di produzione, l’andamento dei mercati e il valore delle materie prime.
Per garantire il controllo e la gestione dei prezzi è stato istituito un sistema di vigilanza e consulenza anche sul mercato libero: se ne occupa sempre ARERA in collaborazione con l’Antitrust.
Come funziona il mercato a maggior tutela? Di base, ogni tre mesi l’ARERA ridetermina le tariffe e le offerte, a cui possono accedere sia famiglie che piccole imprese con meno di 50 dipendenti e un fatturato annuo che non superi i 10 milioni di euro. In entrambi i casi la condizione fondamentale è non avere un contratto gas o luce attivo con nessun operatore del mercato libero. Per i nuclei familiari con ISEE fino a 8.265 euro ARERA prevede uno sconto in bolletta automatico, cioè senza farne richiesta.
Nel momento in cui si lascia il servizio di maggior tutela, cioè quello in cui le tariffe vengono regolate dall’ARERA e ricalibrate trimestralmente, e dove il fornitore coincide con il distributore per l’energia elettrica, si entra nel mondo del mercato libero.
Visto che le tariffe calibrate da ARERA tengono conto di fattori che oscillano in continuazione, di solito ogni tre mesi si verifica un aumento. Il primo rincaro c’è stato a luglio, e dal 1° ottobre è attesa una stangata che costerà a imprese e famiglie quasi 9 miliardi di euro.
Per evitare aumenti, soprattutto in un momento storico così fragile economicamente, il Governo sta lavorando a un apposito decreto. Tuttavia, famiglie e imprese possono già decidere di passare al mercato libero, sebbene il procedimento sia semplice permangono molti dubbi nei cittadini. Da un lato l’alta concorrenza potrebbe offrire prezzi vantaggiosi rispetto al mercato tutelato (ma, attenzione, per i dati che abbiamo al momento possiamo dire che non è così), dall’altro però espone il consumatore a numerosi rischi che dovrà risolvere da solo (o con l’aiuto di un’associazione di consumatori) in caso dell’insorgenza di problematiche.
Va’ sottolineato però che il mercato libero consente di scegliere anche opzioni a prezzo fisso, quindi non vengono ricalibrate ogni tre mesi: una buona idea sarebbe quella di optare per un’offerta destinata a chi cambia operatore e poi decidere per quella col prezzo bloccato per il più lungo periodo di tempo possibile.
E se poi, passati i mesi previsti dall’offerta, la tariffa dovesse aumentare, si può di nuovo cambiare gestore, vagliando le nuove offerte che il mercato libero offre.