La pizza proclamata patrimonio dell’umanità
“L’arte del pizzaiolo napoletano patrimonio culturale dell’Umanità Unesco”. Lo annuncia il Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali Maurizio Martina su Twitter. “Vittoria! Identità enogastronomica italiana sempre più tutelata nel mondo”, sottolinea. Dopo 8 anni di negoziati internazionali, a Jeju, in Corea del Sud, voto unanime del Comitato di governo dell’Unesco per l’unica candidatura italiana, riconoscendo che la creatività alimentare della comunità napoletana è unica al mondo.
La passione per la pizza è mondiale, con gli americani che sono i maggiori consumatori con 13 chili a testa, mentre gli italiani guidano la classifica in Europa con 7,6 chili all’anno e staccano spagnoli (4,3), francesi e tedeschi (4,2), britannici (4), belgi (3,8), portoghesi (3,6) e austriaci, che con 3,3 chili di pizza pro capite annui chiudono questa classifica.
L’arte dei pizzaioli napoletani diventa così il settimo “tesoro” italiano ad essere iscritto nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’Unesco. L’elenco tricolore comprende anche l’Opera dei pupi (iscritta nel 2008), il Canto a tenore (2008), la Dieta mediterranea (2010), l’Arte del violino a Cremona (2012), le macchine a spalla per la processione (2013) e la vite ad alberello di Pantelleria (2014). Accanto al patrimonio culturale immateriale, l’Unesco ha riconosciuto nel corso degli anni anche un elenco di siti, e proprio l’Italia è lo Stato che ne vanta il maggior numero a livello mondiale. Significativamente però gli ultimi elementi ad essere iscritti negli elenchi, dallo Zibibbo di Pantelleria alla Dieta Mediterranea, fanno riferimento al patrimonio agroalimentare made in Italy, a testimonianza della sempre maggiore importanza attribuita all’alimentazione. Non a caso il 2018 è stato proclamato l’anno internazionale del cibo italiano nel mondo.
Soddisfazione per il riconoscimento Unesco ottenuto dai pizzaioli napoletani viene espresso dal presidente dell’associazione ‘Pizzaiuoli napoletani’, Sergio Miccù, tra i promotori della richiesta del riconoscimento. “Un lungo lavoro – dice Miccù dalla Corea dove ha atteso il verdetto del comitato di governo dell’Unesco – che l’associazione porta avanti da anni. Il riconoscimento corona un nostro sogno e un impegno costante”. Sulla stessa linea d’onda Raffaele Biglietto, direttore di Tutto Pizza: “Accogliamo con gioia la notizia del riconoscimento che dà valore alla nostra scelta di organizzare a Napoli una fiera interamente dedicata al pizzaiolo: Tutto pizza, che intende valorizzare tale figura per il suo aspetto culturale e l’indotto economico che è capace di generare”. Per Attilio Albachiara, presidente dell’associazione ‘ManiD’oro’ si tratta di “una grande soddisfazione per l’intera categoria”.