L’importanza delle etichette: i casi recenti di olio d’oliva e affettati italiani
Sempre più consumatori ormai sono attenti alle etichette, che devono riportare tutte le informazioni importanti per distinguere in maniera precisa gli alimenti, specialmente durante il loro acquisto. Gli italiani, infatti, sono sempre più attenti alla provenienza di tutto ciò che mettono a tavola, preferendo prodotti nazionali e, se possibile, con una filiera corta.
Proprio per difendere alcune di queste eccellenze, nello specifico le carni suine trasformate per salumi e insaccati, lo stato italiano ha chiesto e ottenuto dall’Unione Europea l’obbligo di indicazione d’origine su questi alimenti. Verrà infatti sottolineata l’indicazione di origine della carne suina quando è usata come ingrediente (ad esempio per i salumi, i würstel, nei cibi pronti). Una vera e propria rivoluzione se pensiamo a quanta carne suina e cosce per fare i prosciutti vengono importati in Italia per poi essere stagionati e venduti come “made in Italy”. Una situazione che si è evoluta dopo che, secondo i dati raccolti da più fonti, si è scoperto che tre prosciutti su quattro venduti in Italia sono in realtà ottenuti da carni straniere, ma senza che questo sia stato specificato in etichetta. Quindi, d’ora in poi, sulle etichette dovrà essere segnalato: Paese di nascita degli animali, paese di allevamento e il paese dove sono stati macellati. La dicitura “100% italiano” è utilizzabile, dunque, solo quando la carne è proveniente da suini nati, allevati, macellati e trasformati in Italia.
Quando la carne proviene da suini nati, allevati e macellati in uno o più Stati membri dell’Unione europea o extra europea, l’indicazione dell’origine può apparire nella forma: “Origine: UE”, “Origine: extra UE”, “Origine: Ue e extra UE”.
Un’importanza, quella di una buona etichetta, che si dimostra anche se prendiamo il caso dell’olio d’oliva extravergine: secondo un recente studio, quasi il 20% dei consumatori intervistati non è in grado di identificare correttamente l’origine dell’olio extravergine. Questo perché l’etichetta non è chiara e specifica; l’uso improprio dell’etichetta si verifica principalmente tra i consumatori che dichiarano di aver acquistato Evo italiano, mentre in realtà avevano acquistato una miscela di European Evoo (oli di origine comunitaria).
La normativa europea in materia consente di indicare solo l’indicazione di provenienza “comunitaria” oppure “comunitaria e non comunitaria” oppure “non comunitaria“. Il paese d’origine (se non la regione) è indicato solo nel caso di oli Dop, biologici e nel caso del 100% italiano.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale di intervento della Regione Emilia-Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2018”.