Moda in Emilia Romagna: il Distretto di Carpi, tra radici e tradizioni
L’origine della lavorazione della maglia a Carpi risale storicamente agli anni ’50 del XX Secolo quando l’espansione del mercato nazionale ed europeo suggerì alle imprese di convertire le competenze manuali ed organizzative della lavorazione dei cappelli di paglia alla produzione di maglie e camicie. La crescita fu continua anche nel decennio successivo. Gli addetti nel periodo 1951-1961 passano da 1.700 a 6.421.
Nella metà degli anni ’70 il distretto risentì però della crisi mondiale e della concorrenza dei paesi a basso costo di lavoro. Carpi trovò la sua risposta nella diversificazione del prodotto e nel decentramento delle fasi produttive.
Negli anni ’80 la presenza di una domanda satura, matura e sensibile alle stagionalità della moda costrinse le imprese del distretto a ripensare la propria flessibilità. Le catene del valore di alcune imprese vennero limitate alle attività progettuali, di marketing e di coordinamento logistico, mentre le attività operative furono sempre più decentrate ad altre imprese che si specializzavano per prodotto o fasi del processo produttivo. A partire dagli anni ’90 il distretto ha subito profonde trasformazioni ed un pesante ridimensionamento nel numero di addetti e di imprese.
La fase di difficoltà congiunturale che si è manifestata tra il 2000 ed il 2003 ha rivelato alcune differenze di comportamento e di performance tra le imprese del distretto.
Risultano infatti oggi meno sofferenti quelle imprese che hanno sviluppato capacità di risposta al mercato innovando in termini di prodotti, mercati e marchi.
Carpi costituisce il cuore di un polo produttivo dall’indice di specializzazione altissimo con un’incidenza media degli addetti del tessile-abbigliamento rispetto all’industria manifatturiera pari al 60,9%. Oltre che per la rilevanza quantitativa della produzione che costituisce il 4% del fatturato nazionale del settore, le attività del tessile-abbigliamento locale si contraddistinguono per l’originalità delle forme organizzative, per l’articolato sistema di piccole e piccolissime imprese indipendenti, e per il particolare intreccio tra aziende produttrici di capi finiti e fornitori di lavorazioni conto terzi. Molte delle maggiori imprese e marchi locali, infatti, per garantirsi una grande flessibilità, appaltano in subfornitura quasi totalmente la propria produzione a laboratori esterni specializzati nei singoli settori e fasi di lavorazione, mantenendo all’interno solo le funzioni di progettazione, scelta dei materiali, logistica, controllo qualità, magazzino e gestione commerciale. Quasi prive di una struttura produttiva interna, molte imprese sono in grado di crescere praticamente senza vincoli e di lanciarsi in progetti nuovi. A Carpi nascono i capi di maglieria e confezione che le grandi griffes progettano e firmano, ma non producono.
Carpi è considerata la piccola grande capitale europea del tessile-abbigliamento, del Pronto Moda, della maglieria e delle confezioni made in Italy.
Tra i punti di debolezza, certamente il fatto che il distretto non utilizza le leve del marketing in modo proporzionale al suo peso industriale; vi sono, è vero, imprese che assolvono molto bene queste funzioni ma ve ne sono molte i cui rapporti con il mercato passano ancora in gran parte attraverso intermediari commerciali con tutto quello che ciò implica in termini di percezione dei segnali e di tempi di reazione alle fluttuazioni della domanda. In sintesi, il distretto è al centro di un campo di forze molto intenso che ne sta ridisegnando le architetture organizzative, le relazioni tra le imprese e i rapporti tra queste e i mercati. E da questo campo di forze con ogni probabilità prenderà volto un distretto in parte diverso, più strutturato, ma sempre legato al territorio di Carpi.
Il Distretto industriale di Carpi è stato in questi ultimi anni alle prese con una crisi di settore.
Per la piccola impresa che caratterizza il distretto, è certo difficile affrontare mercati complessi, perché ciò comporta cambiamenti radicali. Ma, chi ha retto meglio in questi anni è chi ha costruito la sua struttura guardando oltre i confini locali. Competizione e selezione sono forti: per reggere, bisogna offrire migliori servizi, tecnologie evolute, agire nella logica della internazionalizzazione e non solo dell’export, saper rispondere alla domanda di mercati lontani.
Nonostante la criticità di questo snodo, le imprese possono far leva sul fatto di appartenere a un distretto, e cioè di poter contare su competenze professionali, su un know-how accumulato nel tempo e un forte tessuto sociale alle spalle. Si tratta di un patrimonio consistente che Carpi possiede forse più di ogni altra area tessile, e che dunque la rende in un certo senso unica.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”