Moda in Emilia Romagna: la nascita dei marchi storici dell’abbigliamento
Le nostre città d’arte hanno dato i natali ad alcune delle personalità più influenti nel settore della moda. L’identità delle città è presente in ogni angolo dei centri storici, attraverso le vecchie vetrine, le botteghe e le tradizioni artigiane, di cui l’arte sartoriale è una tra le più longeve.
Si tende a dimenticare che dietro ai luccichii di paillettes e perline si celano ore e ore di processi creativi, di influenze storiche, culturali e sociali e, ancor più, di storie familiari, un valore quest’ultimo molto caro all’anima emiliano romagnola.
La moda nasce nelle botteghe di un piccolo borgo, viene tramandata di generazioni fino ad evolversi nella filiera conquistando l’oltre-confine.
La storia della moda “Made-in-Italy” ha precise connotazioni che hanno contribuito a renderla iconica a livello internazionale, per cui sul mercato odierno, Italia e Italianità sono associate alla qualità, alla cura, più materna che maniacale.
La regione possiede un volto che nulla ha da invidiare alle più celebri città culto della moda nostrana, con la capacità di fondere insieme i tessuti storici alla cultura dell’artigianalità di cui l’Emilia Romagna è orgogliosa. Ripercorriamo in una carrellata le origini di alcuni dei brand e dei grandi nomi della moda del nostro territorio.
A Piacenza ha mosso i primi passi Giorgio Armani. Città in cui è cresciuto e di cui conserva un’immagine e un attaccamento profondo dall’infanzia.
A Parma, nel lontano 1916, nasce “Acqua di Parma”. In un piccolo laboratorio di essenze nell’antico cuore dell’aristocratica città, i maestri profumieri crearono una fragranza nuova ed insolita che si venne a configurare come la prima Colonia Italiana. Il successo che deriva dagli anni 50 con la gloria Hollywoodiana decreta infine Acqua di Parma l’icona del raffinato stile italiano.
Reggio Emilia è territorio della Famiglia Maramotti. Il brand MaxMara viene fondato da Achille Maramotti nel 1951 e fu uno dei primi ad applicare il processo industriale nella produzione di abiti anticipando l’idea del prêt à porter che di lì a poco avrebbe rivoluzionato il concetto di moda nel periodo in cui era intesa solo come attività artigianale. Tra i suoi disegnatori si annoverano personaggi del calibro di Karl Lagerfeld e Dolce & Gabbana. Oltre alla linea cardine il gruppo sviluppa negli anni marchi satellite destinati a mercati specifici, tra cui citiamo il marchio Marina Rinaldi, simbolo di attaccamento alle origini: prende infatti il nome dalla bisnonna di Maramotti, che a fine Ottocento gestiva un atelier di lusso nel cuore di Reggio Emilia.
In provincia di Modena, a Carpi troviamo l’incontro tra passato e presente nel binomio natale di due nomi affermati nella moda di oggi: Anna Molinari, da una parte, rappresenta la storia, fonda il gruppo Blufin con il defunto marito Gianpaolo Tarabini nel 1977 e da allora porta avanti una solida tradizione che si rinnova di stagione in stagione sotto lo stile dei brand Blumarine, Blugirl (destinato al pubblico più giovane) e il suo omonimo (specializzato in pret-a-porter e lusso).
Dall’altra parte abbiamo un’azienda giovane, anch’essa nata dalla collaborazione di una coppia nella vita e nel lavoro: Twin Set di Simona Barbieri (direttrice creativa della società) e Tiziano Sgarbi (amministratore delegato). Un marchio che nasce dalla crisi e fiorisce nel duro lavoro e nell’affiatamento di una famiglia realizzandosi simbolicamente come un nuovo sogno moderno di successo all’Italiana.
Bologna, il cuore pulsante dell’Emilia Romagna, conosciuta per essere “dotta, rossa e grassa”, è anche una città di stile. A Bologna si realizza un outfit completo, quello che si definisce un total look, in altre parole ci si veste dalla testa ai piedi con i nomi made-in-Bologna.
Si parte dalla lingerie la cui creazione arriva dalle abili mani della sarta Ada Masotti che nel 1954 crea La Perla come laboratorio di confezione, e continua ad oggi nella missione di “rendere ogni donna nel mondo seducente, con eleganza e tocco italiano”.
Gli abiti sono firmati Elisabetta Franchi, una donna moderna che veste e conosce le donne, un modello di tenacia e autorealizzazione.
Le scarpe sono invece di Bruno Magli, la cui arte si tramanda da generazioni, appresa dal nonno, che avvia con i suoi fratelli Marino e Maria, la produzione di scarpe da donna in una piccola cantina a Bologna, nel lontano 1936.
Ed infine l’accessorio arriva dalla boutique di Furla, la pelletteria fondata nel 1927 da Aldo e Margherita Furlanetto: tra borse, guanti e portafogli c’è solo l’imbarazzo della scelta.
In Romagna, nella provincia di Forlì-Cesena il borgo di San Mauro Pascoli è il regno delle calzature: Baldinini, Casadei e Sergio Rossi, rispettivamente datate 1910, 1958 e 1950, sono le case di moda ora internazionali nate dall’artigianato più apprezzato dalle donne di tutto il mondo. In comune hanno un fil rouge di tradizione familiare, di passione e creatività con un occhio alla modernità ed uno alle radici.
A Cattolica, in provincia di Rimini, Giuliana Marchini cresce e si forma fino alla realizzazione nel 1959 del gruppo Gilmar con il fratello Luciano e il marito Silvano Gerani, e nel 1974 al marchio Iceberg che proprio quest’anno compie il 40esimo di attività.
Cattolica è anche casa di un’altra grande donna della moda, il cui nome si associa con sempre nuove idee e collaborazioni anche al mondo del cinema: la stilista Alberta Ferretti. L’infanzia romagnola si snoda tra i tessuti della sartoria della madre che contribuisce a definire fin dalla giovanissima età (la prima boutique la apre a soli 18 anni) il gusto raffinato che contraddistingue tutt’ora il marchio, declinando l’eleganza sobria, romantica e senza tempo riconosciuta ai livelli più alti dell’industria Made in Italy.
E tanti e tanti altri sono i nomi e i marchi di spessore che hanno sede in Emilia Romagna.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”