MUTUI: L’AUMENTO E’ DIETRO L’ANGOLO, COME COMPORTARCI?
Tempi difficili per chi deve chiedere mutui e prestiti, ma anche per chi ne ha già in essere. La Banca Centrale Europea, dopo anni di tassi stabili, nel 2022 si è vista costretta ad operare degli aumenti per cercare di arginare la crescita dell’inflazione.
Ed è proprio l’aumento di 50 punti base deciso dalla BCE sul costo del denaro, con effetto dal 27 luglio 2022, che ha fatto scattare l’aumento immediato degli interessi sui mutui a tasso variabile indicizzati al tasso di Francoforte, che tuttavia sono una quota trascurabile rispetto ai mutui variabili parametrati all’Euribor, da anni molto più conveniente e quindi il più diffuso in Italia tra quelli concessi dalle banche alle famiglie che non hanno optato per il mutuo fisso. Purtroppo, però, anche i mutui variabili legati all’Euribor sono destinati a salire, con quali conseguenze? un inevitabile nuovo rincaro sulla rata del mutuo variabile.
Cosa si può fare per evitare questi aumenti? Purtroppo ben poco, visto che, anche al netto degli aumenti dell’ultimo anno, a oggi, conti alla mano, il tasso variabile resta ancora più conveniente del tasso fisso. A oggi, appunto. Perché vale ovviamente la considerazione che, in prospettiva futura, il tasso fisso salva il risparmiatore dalle variazioni in aumento e dalle sempre maggiori incertezze del mercato, bloccando la rata sulla cifra concordata alla stipula. Tuttavia, va anche detto che l’Eurirs, il parametro a cui sono ancorati questi mutui, sta registrando nel corso del 2022 una notevole volatilità, con qualche rischio di brutte sorprese anche per chi si apprestava a chiedere un mutuo fisso e si era già fatto qualche conto in tasca.
In questa situazione di tanti dubbi e poche certezze, è comunque sempre possibile fare una surroga, ovvero trasferire il debito in un’altra banca, variando così tipologia, tasso e durata del finanziamento. A rimanere fisso è solo il capitale residuo del mutuo che viene trasferito. La surroga prevede procedure e tempistiche precise: l’operazione si deve concludere entro 30 giorni lavorativi dalla richiesta dei conteggi estintivi da parte della nuova banca alla vecchia. Nel caso in cui non vengano rispettati i tempi, si ha diritto a un indennizzo pari all’1% del capitale residuo del mutuo per ogni mese o frazione di mese di ritardo.
Se, al contrario, decidiamo di mantenere il mutuo acceso con la nostra banca, è comunque nostra facoltà chiederne una rinegoziazione. Attenzione, però, che la banca non è obbligata ad accogliere la richiesta, infatti è solitamente molto più semplice ottenere una rinegoziazione dopo aver trasferito il mutuo presso un altro istituto di credito.
In entrambi i casi parliamo comunque di operazioni che non comportano spese extra, visto che anche le spese del notaio necessario per la surroga sono a carico della nuova banca.