Newsletter_19 del 14.09.2017
14 Settembre 2017
in | Azione 5 | Progetto 2017
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Etichettatura e sicurezza dei giocattoli: Direttiva 2009/48/CE e ambito di applicazione
Le norme sulla sicurezza dei giocattoli si sono evolute nel tempo per assicurare una sempre maggiore sicurezza. Con tale obiettivo e volendo assicurare il buon funzionamento del mercato interno alla Comunità Europea, è stata adottata la direttiva 2009/48/CE che ha abrogato, definitivamente nel 2013, la precedente direttiva 88/378/CE. In Italia la Direttiva 2009/48/CE è stata attuata dal D.Lgs 11 aprile 2011, n. 54, nel quale è stato definito anche il relativo l’impianto sanzionatorio.
La direttiva 2009/48/CE si applica “ai prodotti progettati o destinati, in modo esclusivo o meno, a essere utilizzati per fini di gioco da bambini di età inferiore a 14 anni”. Tale definizione, leggermente diversa rispetto a quella presente nella precedente direttiva, introduce il concetto secondo il quale un prodotto, per essere considerato un giocattolo, non necessariamente deve servire esclusivamente al gioco, ma può avere anche altre funzioni. Analogamente permette di inserire nella classe dei giocattoli prodotti aventi una funzione primaria diversa da quella ludica purché l’utilizzo come gioco sia “ragionevolmente prevedibile” (ad esempio, portachiavi a forma di peluche, decorazioni per porte o borsette morbidi a forma di animale, bottiglie per saponi a forma di personaggi dei cartoni animati).
Non trattandosi purtroppo di una definizione univoca si determina una zona grigia, in cui l’applicabilità della direttiva ad uno specifico prodotto è soggetta a valutazione, soprattutto in quei casi in cui il valore ludico è escluso, secondo il suo fabbricante, ma ragionevolmente prevedibile secondo gli organi di vigilanza. Al fine di facilitare e uniformare tali valutazioni per tutti i soggetti operanti a vario titolo nel settore, sono disponibili documenti di orientamento redatti dalla Commissione europea.
Principali sostanze pericolose presenti nei cosmetici
Quasi tutti i prodotti cosmetici in commercio sono sicuri e molti degli allarmismi che circolano non sono fondati. Però è anche vero che ci sono alcuni ingredienti che non sono consigliabili e che sarebbe meglio evitare perché non sono sicuri. Altri invece possono essere problematici solo per alcuni soggetti specifici come le persone con tendenza a sviluppare allergie o soggetti più vulnerabili, come bambini e donne incinte.
Tra gli ingredienti da tenere sott’occhio i più diffusi sono:
• propylparaben e butylparaben (conservanti), etyhylhexymethoxicinnamate (filtro solare) e BHA (antiossidante): sono dei potenziali interferenti endocrini ovvero sostanze in grado interferire con il nostro sistema ormonale con il rischio di alterarne il nomale funzionamento;
• triclosan: può causare antibiotico-resistenza e contribuire allo sviluppo di allergie, inoltre è sospettato di essere un interferente endocrino;
• methylisothiazolinone e methylchloroisothiazolinone: sono dei sensibilizzanti delle pelle (anche se ormai sono ammessi solo nei prodotti a risciacquo, proprio per questo motivo);
• butylphenyl methylpropional: recentemente è stata ritenuta in generale non sicura nei prodotti cosmetici e inoltre è una sostanza già inserita nell’elenco delle 26 fragranze allergeniche.
Le criticità, per questi ingredienti, non sono sempre uguali, ovvero possono essere più rilevanti in funzione del tipo di prodotto (se a risciacquo o destinato a rimanere in contatto con la pelle) e/o destinatario d’uso (ad esempio bambini o donne incinte).
Se si scopre di possedere un prodotto giudicato in maniera insufficiente oppure sconsigliato a causa di alcuni ingredienti presenti, basterà terminarlo e acquistarne uno diverso. Non è un singolo prodotto a rappresentare il problema, bensì l’insieme di tutti i cosmetici e altri beni di consumo (anche molto più impattanti dei cosmetici) che usiamo tutti i giorni e che possono contenere sostanze sgradite.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”