Newsletter_24 del 15.10.2017
15 Ottobre 2017
in | Azione 5 | Progetto 2017
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Halloween: divertirsi in sicurezza
Decalogo per festeggiare in tutta sicurezza:
1.Non spruzzare schiume e stelle filanti spray negli occhi. Non sono giocattoli e si rischiano gravi danni alla cornea. Attento anche a non spruzzarle addosso alle persone o sui vestiti: potrebbero comunque raggiungere la pelle e il viso.
2.Non usare schiume e spray in vicinanza di fiamme, anche piccole come le candeline per le torte. Molti di questi articoli sono infiammabili ma spesso l’etichetta non riporta correttamente l’indicazione di infiammabilità.
3. Controlla le maschere decorate con glitter e brillantini colorati (i brillantini possono staccarsi e penetrare facilmente negli occhi, nel naso e nella bocca) e le sostanze coloranti contenute, che possono provocare irritazione cutanea.
4. Attento alle piccole parti dei costumi, come i bottoni, facilmente staccabili (se ingoiati possono provocare soffocamento, soprattutto nei bambini più piccoli) o i laccetti presenti nella zona del collo (se afferrati e stretti inavvertitamente possono provocare strangolamento).
5.Annusa il tessuto del costume e i materiali dei gadget. Se danno cattivo odore, non farli indossare al tuo bambino: potrebbero contenere sostanze chimiche tossiche se inalate o ingerite dal bambino.
6. Quando acquisti un costume leggi bene l’etichetta e fai attenzione che sia classificato come giocattolo (marchio CE). Solo così avrai la garanzia di “non infiammabilità”. Il pericolo maggiore dei vestiti è legato proprio a tessuti e materiali che prendono fuoco facilmente.
7. Scegli con attenzione gadget e accessori delle maschere (spade, lance, cappelli, caschi, occhiali, bacchette magiche, coroncine, fasce). Possono presentare bordi affilati e parti metalliche taglienti.
8. Trucca il tuo bambino con cosmetici sicuri e non scaduti. Preferisci prodotti ipoallergenici, adatti all’età. Controlla sempre l’etichetta (data di scadenza o “PAO”, periodo di tempo in cui il prodotto può essere utilizzato una volta aperto); i trucchi a basso prezzo e non acquistati nei canali di vendita autorizzati danno minori garanzie di sicurezza.
9. Prima di truccare il tuo bambino, testa il prodotto su un lembo della sua pelle (generalmente dietro l’orecchio) per saggiare un’eventuale sensibilità. Per rimuovere tutto, meglio utilizzare uno struccante delicato e, subito dopo, sciacquare il viso del bambino con abbondante acqua.
10. Evita di applicare il trucco sulla pelle non pulita bene e sulle parti delicate del bambino (occhi e bocca) per evitare che venga ingerito inavvertitamente o irritare la congiuntiva e le mucose.
Richiami di prodotti difettosi: i settori automobilistico e alimentare i più colpiti
I richiami nel settore auto rappresentano oltre il 70% del valore di tutte le perdite assicurative analizzate, il che non sorprende se si considerano i recenti livelli record di attività sia negli Stati Uniti sia in Europa.“Assistiamo a un numero crescente di richiami nell’industria automobilistica – conferma Carsten Krieglstein, Regional head of liability, Europa Centro-orientale, AGCS – Ciò è dovuto a fattori quali un’ingegneria più complessa, tempi ridotti di collaudo del prodotto, esternalizzazione della R&S e crescenti pressioni sul contenimento dei costi. Lo spostamento tecnologico dell’industria automobilistica verso la mobilità elettrica e autonoma creerà ulteriori rischi di richiamo”. Uno dei richiami fino ad oggi più importanti che ha colpito l’industria automobilistica, che riguarda airbag difettosi, dovrebbe portare al richiamo di circa 60-70 milioni di unità, coinvolgendo almeno 19 produttori in tutto il mondo.I costi sono stati stimati intorno ai 25 miliardi di dollari. Questo incidente dimostra il crescente “Ripple effect” che colpisce il settore automobilistico, ma che riguarda anche altri settori industriali. Visto l’uso di molti componenti comuni, un singolo richiamo può avere un impatto su un intero settore.
Food and beverage
Food and beverage è il secondo settore più colpito, pari al 16% delle perdite analizzate e con il costo medio di un richiamo significativo dei prodotti di quasi 9,5 milioni di dollari (8 milioni di euro). Gli allergeni non dichiarati (compresi gli incidenti per etichettatura errata) e gli agenti patogeni sono un problema importante, così come la contaminazione da vetro, plastica e parti metalliche. La manomissione dolosa e i casi di estorsione costituiscono una minaccia crescente, così come la crescita della “frode alimentare” che è diventata una questione importante, con conseguenti danni alla reputazione e gravi perdite, come si è visto quattro anni fa nello scandalo della carne equina in Europa. Il rapporto rileva altresì che i prodotti provenienti dall’Asia continuano a provocare un numero sproporzionato di richiami in Usa e in Europa, il che riflette lo spostamento verso Est delle supply chain globali e l’indebolimento dei controlli di qualità in alcuni Paesi. Tuttavia la crescente regolamentazione in materia di sicurezza e sensibilizzazione dei consumatori fa sì che l’attività di richiamo continui ad aumentare in tutta l’Asia.
Ancora critiche all’etichetta semaforo: “Inganna i consumatori”
“Semafori (veri o mascherati) e bollini blu sullo scaffale del punto vendita, non sono altro che una forma di comunicazione ingannevole che colpisce prima di tutto il cittadino”. Ne è convinto Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare, che trova “irresponsabile la tendenza di alcune catene di distribuzione e aziende multinazionali che stanno scegliendo in totale autonomia, secondo regole non condivise, sistemi di valutazione dei prodotti alimentari basati non su evidenze scientifiche, ma sulla demonizzazione di un alimento o di un altro”. L’etichetta a semaforo è il sistema che assegna un colore rosso, giallo o verde ai grassi, zuccheri, sale contenuti in 100 grammi o ml di prodotto alimentare. Una scorciatoia, adottata in Inghilterra, in sperimentazione in Francia e che piace tanto alle sei sorelle del Big food, che però non aiuta i consumatori in quanto non considera l’apporto specifico dell’alimento nel suo complesso, né il peso complessivo dei nutrienti nella dieta giornaliera. Il semaforo sta, adesso, arrivando anche in Italia, nascosto, anzi camuffato da sconcertanti “bollini blu” sugli scaffali, indicando al consumatore, ormai disorientato, quali cibi dovrebbe preferire. Ed è questa tendenza che Scordamaglia trova sconcertante: “Non è un segreto – spiega – che valutare un cibo per la presenza o meno di un singolo ingrediente e non nella sua interezza o nell’ambito dell’intero regime alimentare di un individuo porta a valutazioni fallaci e dannose. Basti pensare al Parmigiano Reggiano, eccellenza del Made in Italy e riconosciuto come alimento prezioso nella dieta quotidiana, che se valutato secondo questi strumenti perderebbe un’ipotetica “sfida di salubrità” contro, ad esempio, una qualsiasi bibita edulcorata”.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”