Previsto un nuovo reato per proteggere gli ultrasessantacinquenni dalle truffe
Un nuovo reato per proteggere gli anziani. Nel Codice penale potrebbe entrare, se il Senato confermerà l’approvazione data ieri dalla Camera al disegno di legge, il delitto di frode patrimoniale a danno di un soggetto vulnerabile in ragione dell’età avanzata. In pratica, chi con mezzi fraudolenti induce un anziano a dare (o promettere) indebitamente denaro o altra utilità rischierà il carcere da due a sei anni e la multa da 400 a 3.000 euro. La frode è però punita solo se il fatto è commesso in casa o dentro o vicino a negozi, uffici postali, banche, ospedali e case di riposo oppure se si simula un’offerta commerciale. Spetta al giudice valutare la condizione di particolare vulnerabilità in rapporto all’età.
Se la frode è commessa per telefono o internet scatterà l’aggravante. La pena aumenta anche quando chi raggira si avvale di dati personali acquisiti fraudolentemente o senza consenso. La condanna per frode ai danni di un anziano comporta la confisca (anche per equivalente) dei beni che ne costituiscono profitto o prezzo. È applicabile la custodia cautelare in carcere ed è obbligatorio l’arresto in flagranza. La sospensione condizionale della pena, inoltre, è subordinata alla restituzione e al pagamento del risarcimento del danno e all’eliminazione delle conseguenze del reato.
Aumenterà poi la pena per il delitto di circonvenzione di incapace: la reclusione passerà dall’attuale forbice di 2-6 anni a 2-7 anni e la multa da 206-2.065 euro a 1.302-3.500 euro. Le limitazioni alla sospensione condizionale della pena e l’obbligatorietà del’arresto in flagranza valgono anche per questo reato.
Il reato però deve essere stato commesso nei confronti di un soggetto ultrasessantacinquenne, ma che non sia in stato di incapacità a causa di patologie di decadimento oppure di indebolimento delle facoltà mentali: in questo caso infatti deve essere applicata la fattispecie criminale di circonvenzione di persone incapaci prevista dall’articolo 643 del Codice penale.
Forti le perplessità di Forza Italia, che si è astenuta. A spiegarle, Francesco Paolo Sisto: «La misura contro le truffe o le frodi verso soggetti vulnerabili porta con se evidenti criticità sia tecniche sia di approccio. Non solo la fattispecie disegnata è già prevista e punita dal Codice penale, ma per come è stata definita presenta anche gravi profili di indeterminatezza: basti pensare ai riferimenti all’età avanzata o alla particolare vulnerabilità delle vittime, che sono altrettanti autogol rispetto alla necessaria specificità della norma penale».
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”