Raccolta differenziata: Italia prima in Europa a dettare una norma che universalizza i colori dei cassonetti

Giallo per la plastica, marrone per l’organico, blu per la carta, verde per il vetro, grigio per l’indifferenziato, turchese per i metalli. Colori uguali in tutta Italia per identificare il cassonetto giusto per la raccolta differenziata dei rifiuti. A dettare l’alfabeto cromatico è la norma appena pubblicata dall’Ente italiano di normazione (UNI) con l’obiettivo di permettere di identificare immediatamente i cassonetti destinati a ciascuna tipologia di spazzatura in modo univoco in ogni città, così che anche i turisti e chi arriva da fuori possa contribuire alla raccolta differenziata andando a colpo sicuro.
L’unificazione riguarda i colori delle icone che indicano il tipo di rifiuto, le forme e le scritte sui cassonetti, per mettere ordine nell’attuale confusione. Oggi infatti i comuni possono decidere in autonomia, per cui a Roma è verde il cassonetto della raccolta indifferenziata, mentre a Milano e Napoli il verde è per il vetro. Il blu a Roma accoglie plastica e metallo, a Napoli l’indifferenziata. Un arcobaleno, ma poco funzionale.
La nuova norma UNI 11686 sui “Waste visualelements” ossia gli elementi visivi identificativi dei contenitori per la raccolta differenziata – di cui l’Italia è il primo paese europeo a dotarsi – si propone di mettere ordine, migliorando la separazione dei rifiuti. Non significa che automaticamente tutte le città dovranno uniformarsi, ma si stabilisce come si dovrebbe fare.
Qualche confusione, in realtà, potrebbe rimanere, perché il codice unificato dei colori riguarda le icone, mentre non è obbligatorio che il cassonetto sia dello stessa tinta. Ma sarebbe auspicabile che lo fosse almeno il coperchio, stabilisce l’UNI 11686.
Non è solo una questione di estetica. Una semplice riqualificazione grafica migliora l’estetica e soprattutto spinge a migliorare la purezza dei materiali conferiti a tutto vantaggio del reale recupero di materia.
Uno degli obiettivi che si è posto con questa indicazione l’Ente italiano di normazione, associazione privata senza scopo di lucro che con oltre 4 mila soci dal 1921 svolge questa attività in tutti settori, è favorire l’obiettivo fissato dalla Ue di arrivare al 65% della raccolta differenziata e al 50% di reale avvio al recupero. E facilitare la corretta separazione dei rifiuti aiuta.
Standardizzare significa anche omogeneizzare e abituare costruttori e utenti a produrre e usare oggetti che divengono consueti: ne derivano quindi le economie di scala di produzione, i minori stock di magazzino di componenti standard, la velocità di reperimento dei ricambi.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”