Raccolta differenziata: scontrini, lampadine, piccoli elettrodomestici, cartone della pizza e olio da cucina. Molti pensano di smaltirli correttamente ed invece costituiscono i 5 errori più comuni.

La raccolta differenziata è alla base del riciclaggio, un processo di conversione che trasforma i rifiuti in nuovi materiali, oggetti o sostanze del tutto differenti dai rifiuti d’origine e offre una valida alternativa al classico smaltimento dei rifiuti eseguito in discarica, offrendo numerosi benefici, sia di ordine ambientale e salutistico, sia a livello economico diretto e indiretto. Inoltre è un elemento fondamentale alla base dell’economia circolare, al fine di aumentare il livello di sostenibilità e della qualità della vita.
Il nostro Paese ha fatto molti passi avanti verso il riciclo e il riutilizzo di carta, plastica, umido vetro e ferro: nel 2014 abbiamo separato il 45% dei rifiuti prodotti, quasi il doppio rispetto a dieci anni prima, quando ci si fermava al 24%. Secondo i dati del 2015 raccolti da Ispra la raccolta differenziata procede a grandi passi nel Triveneto, in Sardegna, in Campania e nelle Marche, ma anche in Lombardia e in Piemonte. A rilento invece nel resto d’Italia, con punte negative in Sicilia, Calabria e Basilicata.Classificando per provincia, è Treviso quella in cui la gestione dei rifiuti ha permesso di ottenere i risultati migliori in termini di riciclo. Qui infatti nel 2015, in media, l’85,22% dell’immondizia è stata differenziata. Seguono Mantova, in Lombardia, con l’80,3% e di nuovo in Veneto Belluno con il 76%. Nelle ultime posizioni si attesta invece la Sicilia, con le quattro peggiori provincie: Enna, Siracusa, Messina e Ragusa.
Tuttavia ancora molti consumatori incontrano delle difficoltà nello smaltire correttamente i propri rifiuti domestici. Quindi, nonostante ci impegniamo tanto per separare i materiali, aiutare l’ambiente e diminuire i rifiuti in discarica, la raccolta differenziata non è facile e anche il cittadino più attento rischia di commettere qualche errore. Spesso accade che alcuni materiali vengano inseriti nei cassonetti sbagliati, ad esempio i bicchieri di cristallo nella raccolta del vetro oppure gli scontrini fiscali nella raccolta della carta e del cartone. Ci sono infatti numerosi prodotti “trabocchetto” con cui è facile cadere in errore. Vediamo quali sono i più comuni:
– Scontrini fiscali. La stragrande maggioranza degli scontrini non sono riciclabili come se fossero carta normale. Sono infatti realizzati con una carta “termica”, che reagisce al calore in modo diverso rispetto ai normali fogli di cellulosa. Questo li rende un rifiuto indifferenziato.
– Olio da cucina. Avete finito di friggere patatine e fiori di zucca, l’olio si è raffreddato e lo gettate nello scarico del lavabo. Sbagliato: una volta usato, l’olio diventa un rifiuto molto inquinante e non deve entrare in contatto né con le acque né con il sottosuolo. Nella maggior parte dei comuni esistono dei centri di raccolta per gli oli esausti: è lì che devono essere portati.
– Lampadine. Sono di vetro, quindi vanno gettate nel vetro. E invece no! Le lampade a incandescenza – ormai obsolete, ma presenti ancora in molte case – devono essere gettate nell’indifferenziata. Le altre (a basso consumo, alogene, fluorescenti, al neon) devono essere portate nei centri di raccolta comunali.
– Cartone della pizza. Anche questo è un “falso amico”: non ci sono dubbi che sia di cartone. Ma non necessariamente deve finire nel secchio del cartone; solo se è pulito e senza alcun residuo di cibo. Altrimenti, se sporco di mozzarella e pomodoro, va gettato o nell’umido o nell’indifferenziato a seconda dei Comuni.
– Piccoli elettrodomestici. Lasciare in strada una vecchia lavatrice rotta è un atto di inciviltà. Su questo siamo tutti d’accordo. Ma che fare quando si tratta di liberarsi di un ferro da stiro o di frullatore a immersione? Anche questi contengono sostanze altamente inquinanti e non riciclabili. I dispositivi elettronici inferiori ai 25 centimetri, con tensione non superiore ai 1000 volt se alternata e 1500 se continua, possono essere consegnati in alcuni negozi, che provvederanno a smaltirli senza chiedere nulla in cambio. All’iniziativa “uno contro zero” partecipano obbligatoriamente i negozi oltre i 400 metri quadri, mentre è facoltativo per quelli più piccoli. Per gli elettrodomestici più grandi vale invece la regola “uno contro uno”: quando se ne acquista uno, il punto vendita è obbligato ad accettare quello vecchio andandolo a ritirare gratuitamente a casa del cliente.
“Realizzato nell’ambito del Programma generale d’intervento della Regione Emilia Romagna con l’utilizzo dei fondi del Ministero dello Sviluppo Economico. Ripartizione 2015”