SPID, non più gratis, nemmeno alle poste
Il codice SPID ( e le relative difficoltà) ormai sono entrate nella consuetudine dei consumatori. I numeri infatti non mentono: secondo i dati del governo, al 24 ottobre sono quasi 26 milioni le identità digitali erogate, segnando un incremento del 61,5% da inizio 2021. Una digitalizzazione obbligatoria per portare il nostro paese al passo con i tempi.
Digitalizzazione però che sempre più spesso è a pagamento, infatti per avere lo Spid bisogna rivolgersi ai “gestori di identità digitale (Identity Provider)”, aziende private accreditate da AgID (l’Agenzia del governo per l’Italia digitale) che forniscono le identità digitali e gestiscono l’autenticazione degli utenti. Le aziende certificate sono elencate sul portale del governo dedicato allo Spid. Il gestore, dopo aver verificato i dati, emette l’identità digitale, rilasciando le credenziali.
La notizia recente è che adesso Poste Italiane (il primo è più comune dei provider di SPID) ha deciso di inserire un pagamento. Come si legge sul portale web di Poste dedicato al Sistema pubblico di identità digitale per interagire con la pubblica amministrazione, mentre prima ci si poteva recare gratuitamente in uno dei 12.700 uffici italiani delle Poste, da ora per procedere al riconoscimento di persona e ottenere le credenziali bisognerà pagare 12 euro.
Continua a essere gratuito il riconoscimento da remoto tramite l’app di Poste, via audio o video con carta di identità (Cie) o passaporto elettronici e per i clienti Bancoposta e Postepay: ad esempio, si può scegliere quella via sms su cellulare certificato associato a un prodotto Bancoposta o Postepay, tramite lettore Bancoposta e carta Postamat o attraverso un bonifico da un conto corrente intestato.