Un anno di AGCOM, il punto della situazione su digitale, frodi, web tv e Poste italiane
A quasi un anno di distanza, l’AGCOM fa il punto sulla situazione, nella sua relazione al parlamento italiano. Tutti gli italiani hanno, prima o poi, sentito parlare dell’AGCOM, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, spesso in prima linea nella difesa dei diritti dei cittadini, specialmente quando a lederli sono le compagnie telefoniche, ma non solo. Nell’ultimo anno, infatti, l’Agenzia ha operato molto anche in campi come la tutela dei diritti d’autore (fra piattaforme digitali, funzionamento delle reti e tematiche legate al pluralismo, sulle quali Agcom è chiamata a un ruolo da protagonista) e con una competenza estesa anche al confronto nella lotta alla pirateria sui servizi di messaggistica istantanea, da Whatsapp a Messenger. Tutto questo mentre l’Agenzia si sta evolvendo e aggiornando per ricevere le più recenti normative e disposizioni europee a riguardo, il“Digital Services Act” e il “Digital MarketsAct”.
Regolamenti che cercano (e iniziano) a fare chiarezza in una giungla, quella delle piattaforme e servizi digitali, da tempo ormai fuori un generale controllo, con grossi rischi per la sicurezza informatica dei cittadini a tutti i livelli. Basti pensare al recente comunicato inviato da ABI (l’associazione bancaria Italiana) insieme a molte sigle importanti della difesa dei consumatori (tra le quali noi di U.Di.Con), sul preoccupante proliferare delle frodi informatiche sui canali mobili. L’autorità inoltre vigila giustamente sullo stato delle comunicazioni dello Stivale e a breve ci sarà il banco di prova della visione delle partite della serie A, dato che saranno tutte in streaming (con Dazn che si è aggiudicata la quasi totalità) e ci si dovrà per forza di cose appoggiare alla rete Tim, che rischia quindi di congestionarsi. Dal punto di vista della linea l’Italia non ha mai avuto così tante risorse per completare una rete competitiva, fatta di cavi in fibra ottica, connessioni rapide senza fili in tecnologia Fwa e antenne del 5G. I 6,7 miliardi di euro che l’Europa ci verserà (nel quadro del nostro piano di rilancio dell’economia, il Pnrr) saranno un’occasione troppo grande, anche perché questi soldi non sostituiscono quelli già stanziati.
Si aggiunge alla relazione anche un pensiero per Poste italiane (dato che l’Autorità ha diritto e potere di controllo su tutta la comunicazione, dai pacchi per posta allo streaming) che, a fine 2020, ha comprato per intero “Nexive Group”, il suo maggiore concorrente nel mercato della corrispondenza. Poste ha assunto degli impegni perché la concorrenza non risulti strozzata dalla nuova situazione. Ma AgCom li considera provvisori e continuerà a indagare sul caso. Dando uno sguardo più amplio poi alle analisi dell’Agcom, risulta che per quanto riguarda la telefonia mobile, resiste il predominio di Wind Tre, Vodafone e Tim che insieme controllano il 90% del mercato; ma Iliad e gli operatori virtuali (quelli privi di una rete propria di ripetitori) hanno strappato a Tim e Vodafone una fetta di clienti del 3,8%.
Si registra, infine, un forte calo nell’industria italiana dei media: circondata da Netflix, Amazon Prime, Disney + e dalle altre web-tv, la tv tradizionale, in perdita di fette di mercato e fatturato, preannuncia una fase discendente per la nostra televisione.